
La sera slarga gli occhi come piazze
e sui vetri di fronte
lo sguardo è mano che tocca
pentole e fuochi sconosciuti.
Dentro il vapore, quali dita mescolano
e con che cerchi di pietanza?
Scoppia la bolla d’aria appena nata
con rumore vivo
o scivola ai bordi silenziosa?
Intatti restano i fiati di cucina
e le domande.
Come una linea curva
di luna nuova
una minestra misteriosa
tace e disegna un dio.